Spazio Pensiero e la Philosophy for Children
Uno dei metodi che ci guida nella pratica di ascolto e dialogo con i bambini è quello della philosophy for children (P4C), un metodo e movimento educativo nato negli Stati Uniti da un’intuizione di M. Lipman (1922-2010). Questi affermava che anche i bambini della scuola primaria possono essere soggetti attivi di un pensiero critico.
Al centro del metodo di P4C vi è il concetto di comunità di ricerca, intesa come luogo in cui un gruppo di bambini sperimenta la propria forza, cooperando nel porsi domande e intrecciare pensieri.
Non ci sono lezioni frontali: quello che si vuole promuovere è un’esperienza di pensiero condiviso, libero da pregiudizi e supportato da motivazioni.
Non esistono risposte “giuste” o “sbagliate”, conta soltanto quello che i bambini esprimono in un atteggiamento di ascolto reciproco.
Sono loro i soli protagonisti di questi piccoli viaggi: una guida ( facilitatore ) li sosterrà nella loro ricerca, senza tuttavia imporre alcuna “soluzione”.
COME SI STRUTTURANO GLI INCONTRI DI PHILOSOPHY FOR CHILDREN?
L’esperienza comincia con la presentazione di un breve racconto, una storia, oppure un’immagine; a partire da questo spunto – ed attraverso il dialogo, le domande e l’immaginazione– la comunità inizia la propria ricerca, discutendo e approfondendo le tematiche ritenute importanti. Così facendo il gruppo svilupperà tre aspetti distinti:
- il pensiero critico (= comprendere e dare ragioni)
- il pensiero creativo (= immaginare alternative e mondi possibili)
- il pensiero valoriale (= sviluppare giudizi di valore su ciò che si considera importante, spiegandone il perché.